Focus 2 – Documento di Base
Nella programmazione 2014-2020, innovazione e conoscenza hanno un ruolo prioritario. Proprio per assolvere a tale funzione è stato istituito nel 2012 dalla Commissione europea il Partenariato Europeo per l’Innovazione in materia di «produttività e sostenibilità dell’agricoltura» (PEI-AGRI), che rappresenta una novità assoluta del prossimo PSR.
Il PEI per la produttività agricola e sostenibilità mira ad unire il mondo rurale e quello della ricerca con lo scopo di migliorare l’efficacia delle azioni connesse all’innovazione. Il PEI dovrebbe fungere da piattaforma di interscambio in grado di favorire non solo la connessione tra il mondo della ricerca, e più in generale “della conoscenza”, e l’azienda agricola, in modo che la comunità scientifica sia informata in merito ai fabbisogni di ricerca e innovazione provenienti direttamente dal settore agricolo (approccio di tipo bottom-up), ma anche l’interconnessione tra imprese agricole in modo che esperienze e pratiche innovative già realizzate da alcune aziende siano conosciute e, se di interesse, messe in pratica da altri soggetti, in tutta Europa.
Gli elementi costitutivi primari, gli elementi cardine del PEI-AGRI sono i gruppi operativi (G.O.), previsti dagli artt. 56 e 57 del Reg. 1305/2013.
I G.O., la cui costituzione e il cui funzionamento possono essere finanziati con i fondi del FEASR, devono essere composti da due o più “entità”, quali attori della filiera agroalimentare (agricoltori/trasformatori/ distributori), ricercatori, consulenti, organizzazioni dei consumatori, organizzazioni ambientaliste, ecc. e si dovranno costituire attorno a temi di interesse comune, attorno a un progetti concreti di innovazione, finalizzati ad una soluzione precisa ad un problema o allo sviluppo di un’opportunità innovativa.
Un ruolo strategico nella costituzione e nel funzionamento dei Gruppi Operativi sarà rivestito dagli innovation broker. Il loro compito dovrà essere quello, nella fase di start-up, di identificare una necessità di innovazione, di supportare i potenziali membri di un Gruppo Operativo nel “farsi partner”, di supportarli nel configurare un GO attorno a un progetto concreto, di aiutarli a predisporre una proposta di progetto e di individuare eventuali altri partner nonché le possibili fonti di finanziamento. Una volta approvato e avviato il progetto proposto dal G.O., la funzione degli innovation broker dovrà essere quella di coordinamento fino alla raccolta dei dati e diffusione dei risultati.
Pertanto, viste le funzioni che dovrà svolgere, il broker dell’innovazione dovrà essere in possesso di una profonda conoscenza del settore agricolo, di una conoscenza approfondita del territorio nei suoi aspetti economici, ambientali e sociali nonché degli attori che in esso operano, di uno stretto legame con il mondo della ricerca e dei servizi all’agricoltura. Tutte caratteristiche che sono intrinseche alla nostra professione di agronomo.
In un siffatto scenario pertanto l’Agronomo potrà svolgere il ruolo di “broker” dell’innovazione in grado di rimuovere uno dei frequenti ostacoli ai processi innovativi: la distanza tra la ricerca e l’adozione di nuove pratiche/tecnologie/forme organizzative da parte degli agricoltori, delle imprese.